Dal 23 al 30 settembre la “Sacra famiglia” di Martinengo ospiterà la mostra itinerante “Terre Colleonesche si presenta”, nella splendida cornice del Convento di S. Maria Incoronata.
Una mostra itinerante descrittiva che racconta le terre in cui il valoroso condottiero Bartolomeo Colleoni ha lasciato il segno, ancora oggi visibile nei piccoli borghi, imponenti castelli e maestosi conventi.
Ingresso gratuito.
Evento adatto alle famiglie e bambini. Accessibile alle persone con disabilità. Ammessi animali domestici.
Evento organizzato nell’ambito delle celebrazioni per il 550° anniversario di Bartolomeo Colleoni, progetto promosso e sostenuto dalle “Terre Colleonesche” e l’Associazione Pianura da scoprire.
Venerdì 19 settembre alle ore 18, presso la sede del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina, nella quiete della pianura bergamasca, viene proposta Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène (visitabile fino al 2 novembre), un’ampia mostra a cura di Alberto Fiz a cui partecipano 13 artisti: Stuart Arends, Gabriele Basilico, Eelco Brand, Luigi Carboni, Vincenzo Castella, Arthur Duff, Anna Galtarossa, Herbert Hamak, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, Julia Mangold, Hiroyuki Masuyama, Franco Passalacqua.
Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
Inaugurazione venerdì 19 settembre 2025 alle ore 18.00.
Per informazioni:
Associazione Pianura da scoprire
Piazzale Mazzini 2 – 24047 Treviglio (BG)
info@pianuradascoprire.it | tel. 0363 301452 | www.pianuradascoprire.it
Venerdì 19 settembre alle ore 18, presso la sede del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina, nella quiete della pianura bergamasca, viene proposta Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène (visitabile fino al 2 novembre), un’ampia mostra a cura di Alberto Fiz a cui partecipano 13 artisti: Stuart Arends, Gabriele Basilico, Eelco Brand, Luigi Carboni, Vincenzo Castella, Arthur Duff, Anna Galtarossa, Herbert Hamak, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, Julia Mangold, Hiroyuki Masuyama, Franco Passalacqua.
Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
Inaugurazione venerdì 19 settembre 2025 alle ore 18.00.
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Venerdì 19 settembre alle ore 18, presso la sede del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina, nella quiete della pianura bergamasca, viene proposta Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène (visitabile fino al 2 novembre), un’ampia mostra a cura di Alberto Fiz a cui partecipano 13 artisti: Stuart Arends, Gabriele Basilico, Eelco Brand, Luigi Carboni, Vincenzo Castella, Arthur Duff, Anna Galtarossa, Herbert Hamak, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, Julia Mangold, Hiroyuki Masuyama, Franco Passalacqua.
Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
Inaugurazione venerdì 19 settembre 2025 alle ore 18.00.
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Venerdì 19 settembre alle ore 18, presso la sede del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina, nella quiete della pianura bergamasca, viene proposta Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène (visitabile fino al 2 novembre), un’ampia mostra a cura di Alberto Fiz a cui partecipano 13 artisti: Stuart Arends, Gabriele Basilico, Eelco Brand, Luigi Carboni, Vincenzo Castella, Arthur Duff, Anna Galtarossa, Herbert Hamak, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, Julia Mangold, Hiroyuki Masuyama, Franco Passalacqua.
Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
Inaugurazione venerdì 19 settembre 2025 alle ore 18.00.
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Dal 10 ottobre al 2 novembre, lo spazio del Filandone di Martinengo ospita una prestigiosa esposizione che ripercorre oltre settant’anni di storia dell’immagine fotografica.
La mostra, promossa da Pro Loco Martinengo APS, Galleria Elleni, Studio Alessandro Villa, con la collaborazione della Città e Biblioteca di Martinengo, propone un viaggio che va dalla Mec Art degli anni Sessanta fino alla fotografia digitale contemporanea.
Il percorso espositivo prende avvio con i pionieri della Mec Art italiana, movimento nato nel 1965 grazie al critico francese Pierre Restany, che portò su tela le immagini provenienti dai mass media, dal cinema e dalla televisione. In mostra, tra gli altri, i lavori di Gianni Bertini, con i suoi richiami ai linguaggi della comunicazione di massa; le celebri “scomposizioni” di Bruno Di Bello, ispirate alle icone artistiche del Novecento; e le raffinate riflessioni di Aldo Tagliaferro sul rapporto tra identità e percezione.
La narrazione prosegue con alcuni dei grandi maestri della fotografia italiana:
- Gabriele Basilico, con la serie dedicata a Beirut, città segnata da quindici anni di guerra;
- Gianni Berengo Gardin, testimone attento della realtà urbana e sociale;
- Maurizio Buscarino, che restituisce l’intensità irripetibile del teatro;
- Mario Cresci, tra i più concettuali, con le opere della serie Fuoritempo;
- Franco Fontana, interprete del paesaggio urbano americano dai colori vibranti;
- Elio Mariani, artista eclettico, che attraversa pittura, grafia e fotografia con opere capaci di coniugare rigore concettuale e libertà espressiva.
A completare il percorso, gli sguardi più contemporanei: Gian Paolo Tomasi, con le sue immagini manipolate e dense di riferimenti socio-politici, e Giorgio Sorti, che attraverso i suoi “Toys” ci conduce in un universo sospeso tra realtà e immaginazione.
L’esposizione trae linfa dalla Collezione Villa, importante raccolta privata che documenta come l’immagine meccanica – dalla camera oscura a Photoshop – sia stata declinata da ciascun autore con linguaggi personali e spesso antitetici, trasformandosi in una vera e propria “scrittura visiva”.
Con il contributo di:
Sponsor:
Venerdì 19 settembre alle ore 18, presso la sede del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina, nella quiete della pianura bergamasca, viene proposta Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène (visitabile fino al 2 novembre), un’ampia mostra a cura di Alberto Fiz a cui partecipano 13 artisti: Stuart Arends, Gabriele Basilico, Eelco Brand, Luigi Carboni, Vincenzo Castella, Arthur Duff, Anna Galtarossa, Herbert Hamak, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, Julia Mangold, Hiroyuki Masuyama, Franco Passalacqua.
Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
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Torna il concorso nazionale “Premio Arte Martinengo”, giunto alla XXX edizione.
Un traguardo davvero importante per un concorso che da anni colora la scena artistica della bergamasca richiamando artisti da diverse province e non solo.
La trentesima edizione, che si terrà domenica 12 ottobre, vedrà la partecipazione di ospiti illustri a supporto della giuria in modo da qualificare ulteriormente il concorso e celebrarne il valore.
Sulla scia del successo degli scorsi anni, in concomitanza del concorso, presso le sale espositive del Filandone di Martinengo sarà allestita una speciale mostra artistica di altissimo livello.
Domenica 12 ottobre 2025, nel centro storico della città di Martinengo (Bg) e sotto i portici quattrocenteschi, si riuniranno numerosi artisti per vincere gli ambiti premi in denaro e presentare le loro opere nelle due categorie disponibili: contemporanea ed estemporanea.
In più una speciale categoria giovani.
I lavori saranno valutati da una giuria di storici dell’arte ed esperti.
Per tutta la giornata sarà visitabile la speciale mostra.
Ad animare ancora di più il borgo, la festa parrocchiale della Madonna della Fiamma che, come da tradizione, si svolgerà parallelamente alla manifestazione.
Per il regolamento completo, clicca qui: Regolamento-artisti_-Premio-Arte-Martinengo-2025.pdf
Per il modulo d’iscrizione, clicca qui: Modulo-di-iscrizione-artisti_Premio-Arte.pdf

Venerdì 19 settembre alle ore 18, presso la sede del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina, nella quiete della pianura bergamasca, viene proposta Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène (visitabile fino al 2 novembre), un’ampia mostra a cura di Alberto Fiz a cui partecipano 13 artisti: Stuart Arends, Gabriele Basilico, Eelco Brand, Luigi Carboni, Vincenzo Castella, Arthur Duff, Anna Galtarossa, Herbert Hamak, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, Julia Mangold, Hiroyuki Masuyama, Franco Passalacqua.
Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
Inaugurazione venerdì 19 settembre 2025 alle ore 18.00.
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Pur proponendo linguaggi differenti, gli artisti sono accomunati da un medesimo atteggiamento nei confronti dell’arte, intesa come ricerca intima e segreta che rifiuta ogni forma di apparenza. Molti di loro, sin dall’inizio del Terzo Millennio, sono presenze fisse del percorso sviluppato da Hélène de Franchis nella galleria Studio La Città di Verona. Per alcuni, il debutto è di molto precedente e risale agli anni Novanta. La prima personale di Carboni a Verona è datata 1990, mentre Emil Lukas fa il suo ingresso in galleria nel 1993; Stuart Arends e Herbert Hamak invece erano in squadra sin dal 1996, quando hanno partecipato alla collettiva …e la chiamavano pittura…
A lei, recentemente scomparsa, è dedicata questa rassegna che non ha nulla di retorico o banalmente celebrativo ma, secondo quanto afferma il curatore Alberto Fiz, “si pone come occasione per riflettere sulla personalità di Hélène, una figura fondamentale e assolutamente imprescindibile che, attraverso le sue scelte, spesso trasgressive, ha saputo imporre un proprio linguaggio opponendosi all’omologazione che troppo spesso caratterizza il sistema dell’arte e del mercato. Senza mai accettare le regole di movimenti istituzionalizzati o di esperienze metabolizzate, ha sviluppato, con sensibilità e coerenza, un progetto indipendente e libero da ogni forma di condizionamento”.
Palazzo Oldofredi Tadini Botti, via San Rocco 1, Torre Pallavicina (BG).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 settembre al 2 settembre 2025 nei giorni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 18.00, oppure su appuntamento: 339 562 9715.
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