Calcinate, Convengo e spettacolo teatrale su comunicazione e dialetto bergamasco

Calcinate, Convengo e spettacolo teatrale su comunicazione e dialetto bergamasco

Convengo e spettacolo teatrale su comunicazione e dialetto bergamasco
Sabato 9 Giugno 

Continuano gli eventi e i convegni dedicati al 40° anniversario de L’albero degli Zoccoli organizzati dal coordinamento dei comuni della bassa bergamasca. Sabato 9 Giugno alle ore 16.30 a Calcinate nella Sala della Comunità si succederanno due incontri dedicati al tema del dialetto e della comunicazione con il relatore esperto, il dott. Marco Robecchi con un dottorato tra
 l’Università di Verona e l’Université Paris Sorbonne attualmente ricercatore post-doc all’Université de Neuchâtel.

Per gli incontri di sabato 9 giugno il programma prevede dalle 16.30 alle 17.30 un vero e proprio spettacolo teatrale a cura del gruppo Teatrandum dal titolo “Tat per zöga” (Tanto per giocare) presso la sala della Comunità di Calcinate. Una raccolta di racconti, filastrocche e canzoni della tradizione bergamasca: storie che venivano narrate da mamme e nonne e che ora vengono riproposte dai “piccoli” della compagnia. Dal Bertoldo alle ragazze della filanda, dai baldi giovanotti agli allegri cori che allietavano le dure giornate nei campi. Per tutti, anche per bambini.

Seguirà alle 17,30 “Quase méla agn de bergamasc? Vicissitudini di un dialetto spesso bistrattato”, convegno a cura del dott. Marco Robecchi (Université Neuchâtel /ATILF CNRS) che presenterà una sorta di « storia del bergamasco » attraverso i secoli, a partire dalle prime  testimonianze del 13° secolo fino all’uscita del film “L’albero degli  zoccoli”nel 1978.
Proporrà leggendo e commentando i testi, un percorso che cercherà di mettere in rilievo il ruolo del  bergamasco all’interno delle provincia di Bergamo, all’interno della letteratura dialettale italiana e in rapporto alla lingua italiana.
Da ultimo, il film di Olmi, che tralascia ogni caricatura  grottesca che ha da secoli marcato il dialetto bergamasco, inserendosi nel contesto degli studi etno-folklorici degli anni ’70.
Per concludere, cercherà di proporre qualche osservazione sulla lingua impiegata nel film che valse a Ermanno Olmi la Palma d’Oro al Festival internazionale del Cinema di Cannes e numerosi altri riconoscimenti in giro per il mondo, facendo del film una vera pietra miliare della cinematografia.

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