Nella città di Iraklion, l’antica Candia dell’isola di Creta, è ancora possibile vedere e percorrere i camminamenti di difesa costruiti nel Cinquecento dalla Repubblica di Venezia a protezione dall’esercito ottomano. Tra i vari fortini ve n’è uno che porta un nome familiare: il bastione Martinengo. Esso costituisce la sezione più elevata delle fortificazioni di Candia ed è rivolto verso sud-est, ovverosia verso l’entroterra. Progettato inizialmente nel 1520 come torrione circolare fu poi potenziato e trasformato nel poderoso vertice difensivo della città, a forma di cuore ad angolo acuto che si allunga su due settori denominati “piazza bassa” nel gergo militare, cioè ricoveri per le munizioni e per gli artiglieri. Per consentire il controllo dall’alto dell’intero bastione l’area è dominata dal “cavaliere” che ha l’aspetto di un massiccio mastio squadrato dotato di una rampa di scale d’accesso rivolta verso l’abitato.
La fortificazione deve il nome all’ingegnere militare Gabriele Tadino, che nel 1521 viene nominato sovrintendente delle fortificazioni di Candia. Il potenziamento del bastione risale infatti a quell’anno. Tadino gli diede quel nome in ricordo del suo paese natale.
Oltre a servire Venezia nel periodo che lo vide sorgere, il bastione Martinengo resse onorevolmente anche ai colpi delle armate turche nel XVII secolo, durante i ventidue anni di assedio che comunque alla fine videro Candia capitolare nel 1669. Situato in posizione strategica, subì il carico della principale direttrice di attacco nemica. Le sue mura furono bombardate con pesante insistenza, gravemente danneggiate ma sempre accuratamente ripristinate dai difensori durante tutto l’assedio. In effetti la città non fu presa con un’azione militare diretta. Fu la mancanza di aiuti dall’esterno a condurre alla resa. Dopo la conquista, molte delle strutture di difesa vennero rase al suolo, mentre altre vennero radicalmente trasformate: tra queste ultime anche il nostro bastione.
Ad oggi la vasta superficie della cinta è destinata ad uso sportivo e dotata di impianti di atletica. Sullo spiazzo in cima al cavaliere c’è un giardino, al centro del quale si trova la lastra che segna il luogo di sepoltura del grande scrittore cretese Nikos Kazantzakis. In ragione i questo monumento il bastione è indicato spesso anche come “Bastione Kazantzakis”.