Profilo geografico

La bassa bergamasca orientale è un zona geografica pianeggiante posta a sud-est della città di Bergamo, nell’omonima provincia. È delimitata a est dal fiume Oglio, a sud dalla provincia di Cremona, a ovest dal fiume Serio.

Paesaggio

Il paesaggio della bassa pianura bergamasca è complesso ed articolato; non è facile tratteggiare la geografia dei luoghi che compongono un così vario panorama, rimaneggiato dall’opera dell’uomo che per millenni ne ha plasmato l’originaria e naturale conformazione, andandone a modificare radicalmente i suoli, un tempo coperti da foreste ed oggi occupati da ordinati campi agricoli, filari di alberi, borghi antichi e fabbriche moderne.

Nonostante la forte presenza dell’uomo, è possibile trovare numerosi “luoghi della natura” in cui il verde è dominante: il verde agricolo delle campagne, quello a macchie nei boschetti intorno ai fontanili, nei filari, nei giardini, offrendo piacevoli momenti di svago, riposo e meditazione.

La zona della bassa bergamasca orientale comprende 20 comuni racchiusi tra i fiumi Serio ed Oglio e suddivisi a metà dal fosso bergamasco, un canale artificiale di origine tardo medioevale, che collega il fiume Adda al Serio per poi riprendere e collegare quest’ultimo all’Oglio. A sud del fosso bergamasco troviamo i comuni della calciana: Fara Olivana, Covo, Calcio, Isso, Antagnate, Barbata, Fontanella, Pumenengo, Torre Pallavicina; a nord i comuni di Romano, Cortenuova, Cividate, Martinengo, Ghisalba, Mornico al Serio, Palosco, Calcinate, Cavernago.

Fiume Serio (Parco del Serio)

Il Serio scorre nelle province di Bergamo e Cremona. Nasce dal Monte Torena e scende verso la pianura formando la Val Seriana. Dopo 124 km si getta nell’Adda in località Bocca Serio.
Nella parte bergamasca presenta un ampio gretto ghiaioso e arido dovuto all’inabissamento delle acque; nei millenni il suo alveo è stato oggetto di notevoli modifiche da parte dell’uomo.

Le prime tracce di insediamento umano risalgono a 60.000 anni fa. Nel Neolitico si cominciarono a sfruttare le zone circostanti per l’agricoltura e i Romani centuriarono il territorio sfruttando il terreno fertile per coltivare cereali e viti: le loro fondazioni si possono rintracciare in molti centri, come Martinengo e Mornico al Serio. Quest’ultimo borgo prende chiaramente il nome dal fiume, allo stesso modo di diversi altri paesi sorti lungo le sue rive, come Cologno al Serio, Seriate, Olio al Serio e la stessa Val Seriana.

CASCATE DA RECORD

La sorgente del fiume si trova a circa 2.500 metri di quota, in una zona ricca di laghetti e polle chiamata “Passo del Serio”, nelle Alpi Orobie bergamasche. Nei primi chilometri del suo percorso attraversa il paese di Valbondione, nel cui territorio si trovano le celebri Cascate: uno spettacolare triplice salto a 166, 75 e 74 metri d’altezza per una caduta di 315 m totali, che le rendono le più alte d’Italia e le seconde in Europa.

Oggi è possibile ammirarle per cinque volte all’anno, solitamente una domenica al mese tra giugno e ottobre. In queste date l’invaso del Barbellino viene aperto per mezz’ora, lasciando defluire tra gli 8.000 e i 10.000 mdi acqua. Queste acque, una volta percorso il salto, vanno ad aumentare la portata del Serio di 4,5 – 6 m3 di acqua al secondo.

IL PARCO DEL SERIO

Altro luogo imperdibile e affascinante è il Parco del Serio, 7750 ettari di biodiversità a cavallo delle province di Bergamo e Cremona.
La morfologia del fiume cambia nettamente da nord a sud. A nord il fiume presenta un alveo dilatato con vari rami delimitati da banchi alluvionali allungati nel senso della corrente; la permeabilità di questi depositi provoca talora l’infiltrazione totale delle acque nel sottosuolo. Qui si sviluppa la fascia centrale dei fontanili. Nella parte sud, per la minore permeabilità dei depositi (argilla e limo), il fiume si ricompone in un unico alveo con un solco stretto ed inciso tipico della “valle a cassetta”. Sopravvivono in quest’area interessanti ambienti umidi: le “lanche” e le “morte”.
A sud, tra Pianengo e Ricengo, è situata la Riserva Naturale denominata “Palata Menasciutto”, ambiente di notevole pregio, chiuso tra due rami fluviali morti ed intersecato dal Serio vivo.
La presenza di lanche fluviali, la ricchezza di vegetazione, la varietà di habitat e la consistenza della popolazione animale sono le caratteristiche essenziali della Riserva. Il paesaggio ricco e variegato è alla base della presenza di molteplici ecosistemi, all’interno dei quali si sviluppano una flora e una fauna adattate a specifiche condizioni ambientali.
La fauna del parco presenta ancora significative presenze, tra cui una trentina di specie acquatiche che vanno dai temoli alle trote marmorate, dai tritoni ai rospi, dalle salamandre alle raganelle. Tra i mammiferi sono presenti ricci, talpe, lepri e conigli selvatici, donnole, tassi, faine e volpi. Tra i rettili sono molto diffusi il ramarro, le lucertole, il biacco, le bisce dal collare e le vipere comuni.

Fiume Oglio (Parco Oglio Nord)

IL FIUME “CHE TUTTO INGRASSA”

L’Oglio è uno dei principali affluenti del Po e attraversa le province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.
Scorre in un letto più profondo rispetto a quello del Serio, perciò il paesaggio che lo affianca presenta maggiori variazioni morfologiche e vegetazionali. Lungo le sue rive si alternano fasce boschive e grandi aree coltivate. Effettivamente la fertilità dei terreni che lo costeggiano è nota fin dall’antichità: nel 1483 lo storico veneziano Marin Sanudo scriveva che, per l’abbondanza delle sue acque che irrigano la pianura occidentale bresciana e quella orientale bergamasca, il fiume è chiamato Ojo, “fiumara grassa che dove va tutto ingrassa”. Fatto che viene confermato da vari personaggi: nel 1520 il podestà Tron annotava: “L’intrada de Brexa di biave è buona per raxon di le aque et seriole quale conducono dove i vogliono, et è tutto oro vien dal fiume di Oio di che ingrassa il terren”; nel 1567 il podestà Francesco Tagliapietra paragonava l’Oglio al Nilo, per quanto rendeva “fertile il terreno che causa grandissima ubertà di biade in tutta quella provincia”; nel 1565 il capitano di Bergamo, Lorenzo Donato, scriveva al Senato Veneto: “Invero questo fiume de Oglio è de tanta importantia al territorio bresciano, ch’io ho sentito dire a principali gentilhomini de quella Magnifica Città che per sustentare le sue raggion torrebono sempre da se stessi a fare una guerra et spendervi uno et doi milion d’oro”. La guerra in questione per il controllo e i diritti di sfruttamento delle acque era una realtà all’ordine del giorno. Fin dal Medioevo l’Oglio è stato uno dei fiumi più sfruttati in Italia da bresciani, bergamaschi e cremonesi. Le contese che nascevano sfociavano troppo spesso in denunce, liti e nel peggiore dei casi in fatti di sangue e vendette tra le popolazioni.

Nel 1610 Da Lezze scrive: “Da quel fiume il paese ne riceve notabilissimo beneficio […]”. Il fiume in effetti, oltre che rendere fertile il suolo e fornire energia idraulica a mulini e attività manifatturiere, era anche navigabile quini prezioso per i commerci. Questo già lo scoprirono le popolazioni pre-galliche che occuparono il territorio sino all’età del bronzo e che per prime lo utilizzarono per raggiungere dalla pianura il Sebino e la Val Camonica. E, senza nulla togliere al Sanudo, furono probabilmente queste popolazioni ibero-liguri a dare il nome al fiume. I glottologi ipotizzano che Oglio derivi dall’ibero-ligure solo (tutto) o dal gallico olio (tutto) oppure dal celtico ol (grande).
La pronuncia dialettale oi fu per moltissimo il nome “parlato”. I primi a scriverlo furono, probabilmente, i romani Plinio e Cassiodoro che latinizzarono Oi in Ollius.
Nei codici antichi si trova scritto OleumOlium e nelle carte geografiche Hoio
Tuttavia un’altra possibile origine del nome è rintracciabile nelle forme oir ed oil, ibero-ligure la prima, preindoeuropea ma di ceppo mediterraneo la seconda: entrambe significano “acqua”.

IL PARCO DELL’OGLIO NORD

Oggi la ricchezza del fiume risiede nella splendida varietà di forme di vita che lo abitano. Lungo il suo corso sono stati istituiti i Parchi Regionali dell’Oglio Nord e dell’Oglio sud. Il Parco Oglio Nord occupa una superficie di 14.170 ettari e comprende 34 comuni di tre Province diverse: Bergamo, Brescia e Cremona. I comuni compresi nel parco della bassa bergamasca sono Calcio, Cividate al Piano, Palosco, Pumenengo e Torre Pallavicina.
Nel Parco Oglio Nord si trovano anche due riserve naturali: “Boschetto della Cascina Campagna” nel comune di Pumenengo e “Bosco dell’Isola” che interessa vari comuni tra cui Torre Pallavicina.

Fontanili e risorgive

Un paesaggio ricco di acqua, non solo per la presenza dei due fiumi, ma anche di un fitto reticolato di canali, condotti dai principali corsi d’acqua, attraverso le rogge, oppure derivati dai fontanili. La maggior parte dei fontanili della pianura bergamasca è concentrata nella cosiddetta “fascia delle risorgive”, un’ampia zona in cui il terreno impenetrabile favorisce la risalita in superficie della acque di falda, ovvero delle acque piovane e fluviali che vengono assorbite dai terreni ghiaiosi dell’alta pianura asciutta.

Boschi

Un’altra presenza naturalistica importante per la pianura bergamasca è costituita dai lembi di bosco superstiti. Le fasce boscate, ubicate sopratutto lungo le sponde dei fiumi e intorno ai fontanili, rappresentano la memoria delle foreste che ricoprivano la pianura alcune migliaia di anni fa.