Le numerose residenze di campagna costruite nel Settecento dalle famiglie nobili bergamasche sono il segno distintivo di Mornico, che è famosa anche per la cascina in cui vennero girate diverse scene del capolavoro di Ermanno Olmi “L’Albero degli Zoccoli”.
Storia
Secondo la tradizione locale il nome “Mornico” deriverebbe dal frutto dei rovi noto come “mora”.
Storicamente invece il villaggio ha avuto origine in epoca romana da un “Fundus Maurinicus” e prende quindi il nome dal suo primo proprietario, tale Maurinus, che ebbe in assegnazione queste terre probabilmente attorno al I secolo d.C., periodo durante il quale si procedette alla centuriazione del territorio bergamasco pianeggiante. A conferma di questa ricostruzione vi sono le tombe di II secolo a.C.
La prima notizia scritta riguardante il borgo risale tuttavia al 1002. Nel XII secolo a difesa dell’abitato fu eretto un castello e poco dopo, nel 1196, vennero istituite le magistrature comunali: gli abitanti riuscirono ad emanciparsi dai feudatari locali, i Da Mornico, alleati della potente famiglia dei Conti di Cortenuova. Dopo la sconfitta dei Guelfi a Cortenuova (1237) i Da Mornico scomparvero definitivamente da questa zona e il comune rurale entrò nell’orbita di Bergamo.
Nel secolo XIV Mornico annoverava un ospizio per i pellegrini annesso alla chiesa di S. Andrea. Il ricovero probabilmente era custodito dai frati Umiliati, un ordine religioso che lavorava e commerciava i tessuti di lana e che a Mornico aveva una casa, la “domus humiliatorum de Mornigo”.
Nei secoli XIV e XV le lotte tra Guelfi (favorevoli al Papa) e Ghibellini (favorevoli all’imperatore) sconvolsero l’Italia tutta. Nella bergamasca la guerra tra le “maledette fazioni” giunse a un punto tale che Bergamo nel 1315 chiese la protezione dei Visconti di Milano con la speranza di ottenere un po’ di pace. Questi però non portarono la pace, ma al contrario incentivarono le discordie e, fatta salva la breve signoria di Pandolfo Malatesta, rimasero padroni del nostro territorio fino alla pace di Ferrara (1428) quando in seguito ad un secolo di battaglie, a Milano subentrò la Repubblica di Venezia in tutto il territorio di Bergamo.
Nel 1460 la Repubblica assegnò il feudo a Bartolomeo Colleoni. Sotto la sua signoria, il paese attraversò un periodo di pace e di benessere. Nel 1473 egli fece scavare la roggia Borgogna, che giungeva con diramazioni fino a Calcinate, Mornico e Palosco. La roggia scendendo da via Bergamo attraversava il paese e lo circondava con un largo fossato a difesa del villaggio. Nel 1475 termina anche la ristrutturazione totale dell’antica chiesa parrocchiale.
Nei secoli XVII e XVIlI i proprietari terrieri locali, gli Alessandri, i Terzi e i Perini eressero belle dimore padronali e contribuirono all’abbellimento della nuova parrocchiale costruita nella seconda metà del Cinquecento.
La vita del paese viene nuovamente sconvolta dalla famosa epidemia di peste del 1630: ben 377 abitanti su 1041 morirono. All’inizio del secolo successivo le ville di campagna subirono il saccheggio delle truppe francesi e tedesche durante la guerra di successione spagnola (1702). Per questo motivo la Repubblica di Venezia esentò tutti coloro che avevano subito danni dal pagamento delle tasse per tutto il 1703.
A seguito della Rivoluzione Francese e dell’ascesa di Napoleone, nel Natale del 1796 le truppe francesi giunsero a Bergamo e dopo la breve vita della Repubblica Bergamasca (13 marzo – 29 giugno 1897), ma soprattutto con la resa della Serenissima, Napoleone metteva fine alla millenaria Repubblica di Venezia inglobando i suoi territori prima sotto la Repubblica Cisalpina e quindi sotto il Regno d’Italia napoleonico. Durante questo periodo (1796-1813) Mornico fu aggregato a Palosco (1810-1815) e fece parte del Dipartimento del Serio. Tra i vari provvedimenti attuati in ottemperanza delle nuove leggi, va segnalato che nel 1810 fu demolito il cimitero della piazza principale e ricostruito ex novo fuori dall’abitato, presso la località Mortivecchi, che rimase attivo fino 1840.
Durante le guerre d’indipendenza del 1848-49 e del 1859 vari eserciti passarono sul territorio di Mornico. Si narra che prima della vittoriosa battaglia di San Martino-Solferino la nobile famiglia Terzi abbia offerto una grande festa per i liberatori franco-piemontesi nel suo splendido palazzo.
Quando nel 1860 entrò al far parte del Regno d’Italia, il paese superava 1500 abitanti, nella massima parte contadini salariati. Nel 1863 il Consiglio Comunale chiese ed ottenne dal Re Vittorio Emanuele II di poter aggiungere al nome “Mornico” la specificazione “al Serio”, ripristinando in parte la denominazione del borgo sotto il dominio Napoleonico. Negli ultimi decenni del secolo la crisi economica costrinse molte famiglie di Mornicesi ad emigrare verso le Americhe. La mancanza d’industrie e le due guerre mondiali ne frenarono lo sviluppo, che riprese solo nel secondo dopoguerra con l’industrializzazione.
Dal 1970 ad oggi Mornico al Serio ha più che raddoppiato l’estensione del centro abitato.
Per approfondire
La Cascina Castello di Mornico, cornice di storie >> scopri la leggenda