Le scene ambientate nella filanda sono state girate in quello che era davvero un impianto per la lavorazione della seta: il Filandone di Martinengo, tuttora visitabile.
Durante le riprese del film nel 1977 il regista Ermanno Olmi fece riallestire gli spazi dopo che questi caddero in disuso a metà del ‘900.
Eretta negli anni ‘70 del XIX secolo, questa fabbrica contribuì sicuramente all’industrializzazione del territorio, fino a quel momento prettamente agricolo. Il settore serico era tra i più fiorenti e vitali della bergamasca; sventuratamente entra in crisi proprio a fine secolo. Dal momento che impiegava una gran quantità di manodopera, in maggioranza femminile, fu anche un volano per una prima timida emancipazione delle donne. Quanto timida lo si evince dalle statistiche del tempo: a Milano nel 1881 si rileva un impiego al 54% delle donne sopra i 10 anni. Nel 1907 il 53,46% degli addetti all’industria è costituito da donne, che salgono al 78,51% nell’industria tessile; erano preferite perché ritenute più diligenti, facilmente controllabili, meno inclini a scioperare (i primi moti sindacali in Italia nascono nel 1882) e costavano la metà.
Se ci fate caso, nel film le operaie sono tutte abbastanza giovani: ed effettivamente l’età di gran parte di loro spesso non superava i 29 anni: il matrimonio e la conseguente cura della famiglia erano considerati incompatibili con l’attività lavorativa; molte ragazze venivano quindi licenziate o abbandonavano l’impiego dopo il matrimonio.
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